M E (A) L S
Fantasmagorico
2024
Installazione ambientale da fruire mediante visore VR
Dimensioni variabili
L’intervento del duo ME(A)LS, per il progetto Infiorescenza finanziato dalla regione FVG per la divulgazione scientifica, è composto da una postazione di osservazione a tre sedute, disposta nel primo
anfiteatro naturale-artificiale dopo il centro visite della Riserva Naturale Laghi di Doberdó e Pietrarossa.
Attraverso la visione in Realtà Virtuale, Fantasmagorico riflette sul concetto di metamorfosi come potenziamento esperienziale dell’umano, della natura e del digitale in cui le “biodiversità” di ognuno sono in
costante movimento, errore, stratificazione ed evoluzione.
Fantasmagorico, difatti, intende riscrivere il processo di rifunzionalizzazione, dell’assorbimento e della personalizzazione dei modelli preesistenti, coniugando possibili scenari e immaginari cosmogonici
attraverso incursioni in scene dialogate che esaltino sia l’ambiguità creativa e fertile del contesto, sia l’importanza del dialogo ibrido umano-naturale per ristrutturare le visioni della realtà.
Dal surreale al reale, verso l’inimmaginabile.
Abitiamo un Universo in cui le forme riempiono fittamente lo spazio scambiandosi continuamente qualità e dimensioni e il fluire del tempo è riempito da un proliferare di racconti e di cicli di racconti.
La fluidità dell’universo metamorfico, nella sua rappresentazione e attraverso le sue parti, si contraddistingue per l’incessante succedersi di cambiamenti e stravolgimenti, capaci di incrinare ogni confine e
di rendere labile ogni dicotomia riguardante la strutturante divisione tra universo umano, naturale e digitale.
Partendo dalla citazione “il reale è l’impossibile” di Lacan, egli definisce come culmine statico ciò che ha già una natura definita, in opposizione all’energia potenziale delle entità in (tra)formazione.
L’installazione Fantasmagorico intende sfruttare il fenomeno intrinseco della permanenza dell’immagine sulla retina per ricalcare un atto di esistenza mancato, dal quale, attraverso la riflessione e la
consapevolezza attiva del fruitore, creare visioni arbitrarie, eclettiche, ibride, decentrate, fluide, discontinue che vanno a riscrivere continuamente il dato di fatto rendendolo irreale e dunque possibile.
Un reale cangiante, mutante come la Riserva.
Un reale superficiale e immerso, presente e assente, come il lago di Doberdò che appare e scompare, silenzioso e dirompente,
Fantasmagorico è un teatro naturale quanto fantastico in costante movimento, discussione e costruzione.
Il fruitore, quindi, è uno spettatore attivo nel costruire nuove consapevolezze e infiniti scenari: un Uomo-scienziato, ovvero, un Uomo-osservatore e ascoltatore, alla ricerca costante del cangiante e del
mutevole, del fantastico.
L’installazione immersiva, fruibile una persona alla volta tramite dispositivo VR durante il giorno dell’inaugurazione e attraverso dispositivo mobile personale per il resto della mostra, si pone come un
parallelo in costante evoluzione e riorganizzazione, mutante nel tempo e nello spazio.
Fantasmagorico, dunque, sovrappone gli sguardi al dispositivo. Il mezzo digitale diventa un terzo occhio, un potenziale aperto nel quale immergersi.
L’interazione tra individui e tra individui e macchina, fornisce un vastissimo campo di osservazione e azione, solo per chi, attivamente, sospende l’unico per sommarsi all’Altro.
E’, quindi, attraverso l’incrociarsi di sguardi che entrambi, contenuto e contenitore, soggetto e oggetto, interno ed esterno, interiore ed esteriore, parola e immagine, si vivificano.
L’ambiente reale, riportato nella visione digitale, diventa un’esperienza in grado di generare, attraverso l’elemento dell’acqua, percorsi relazionali complessi, a più livelli, i quali si intrecciano l’uno con l’altro.
L’ambiente e le persone che abitano in quel preciso momento lo spazio, trovano nuovo senso nella possibilità di essere percepiti e divenire Altro, attraverso la sovrapposizione tra soggetto-oggetto, tra
occhio-dispositivo, tra persona-cosa.
Attraverso il racconto.
L’ascolto.
L’universo.
Il paesaggio.
L’acqua.
L’Altro.
Tutto appare e scompare.
L’immagine sbiadisce.
Soggetto o oggetto?
Metamorfosi.
Testo critico a cura di Elena Manfrè