Il Barren Garden è una visione. Così ME(A)LS apre il manifesto del suo ultimo progetto, un “giardino sterile” abitato da
una surreale e onirica vegetazione bianca che converte lo spazio espositivo in una serra urbana nel cuore della città.
Nel Giardino Sterile tecnologicamente coltivato da ME(A)LS, tra una serie di capsule Petri utilizzate in campo medico e
biologico per la coltura dei batteri, proliferano le riproduzioni di otto pistilli di diverse specie di fiori, ingigantiti come a
causa di una crescita anomala e incontrollata. Utilizzando le metodologie della ricerca scientifica, gli artisti hanno
raccolto batteri e altri microorganismi presenti sulla pelle a seguito di rapporti autoerotici e li hanno poi trasferiti nelle
capsule in cui gli stessi microrganismi possono continuare a vivere e replicarsi. Attraverso un passaggio di scala e di
specie, il fenomeno della riproduzione sessuata è richiamato dai pistilli: del fiore, infatti, resta soltanto l’organo sessuale
che si offre e si espone nell’attesa di una fecondazione che non avrà luogo. Immergendosi nell’universo e nel linguaggio
botanico, gli artisti conducono una riflessione sulle dinamiche relazionali influenzate dal desiderio e dagli automatismi
che regolano le norme e i ritmi di un vivere meccanico e meccanizzato quale spesso risulta essere quello
contemporaneo.
Pistilli cavi, ovari senza ovuli, nessuna placenta: in questa così esplicita somiglianza anatomica si instaura una grottesca
simbiosi tra umano e vegetale che ipotizza l’ultimo stadio della co-evoluzione delle due diverse specie in uno scenario
distorto e ipertecnologico. La Natura naturans si trasforma in Natura replicans, la replicabilità automatica dei
comportamenti naturali prende il posto dei meccanismi di ri-generazione della natura a partire da sé stessa.
Immergendosi nell’atmosfera sensuale e ambigua del giardino di organi fitomorfi e monitorando i microrganismi
sopravvissuti all’autoerotismo, gli artisti esplorano gli esiti delle nostre non avvenute relazioni e riportano il sesso, le
percezioni e gli stimoli ambientali in una dimensione quotidiana puramente biologica – la preistoria dell’individuo,
l’originaria e indifferenziata meccanica della riproduzione.
Il Barren Garden è un ambiente, un contenitore, un osservatorio, ma soprattutto un distopico e poetico dispositivo di
conservazione dell’amore e di cristallizzazione della vita: senza ulteriori possibilità di scambio e fecondazione,
l’installazione è concepita come una fioritura all’interno di una camera sterile microbiologicamente controllata,
progettata per impedire l’ingresso di nuovi organismi. Ne conseguono inconsuete e diverse modalità di fruizione
dell’opera e di ingresso nello spazio espositivo, in cui l’osservatore stesso è chiamato a proteggere la fragilità e
l’infertilità della specie vegetale dalla propria natura di essere vivente. Carica erotica e carica batterica si incontrano nel
giardino sterile, senza toccarsi.
Ilaria Monti
Installazione site-specific allestita presso Spazio DISPLAY
Parma (PR)
durante la mostra personale “Barren Garden”
a cura di Ilaria Monti